Proposta per la riforma del sistema delle autonomia locali nel FVG – di A. Scarabelli

E’ del tutto evidente che chiunque sarà chiamato a governare, a Roma come a Trieste, difficilmente potrà retrocedere dalla scelta di superare il livello istituzionale intermedio delle Province. Una riforma andrà attuata, procedendo, finalmente e concretamente, al riordino dell’organizzazione delle istituzioni per razionalizzarne funzioni e costi, in modo organico e complessivo, attraverso: una revisione costituzionale del nostro ordinamento, evitando la decretazione d’urgenza a livello centrale; e una rinnovata, consapevole ed energica, attuazione della Statuto speciale in capo alla Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia.

In questo clima da “bagarre elettorale”, al centro come in periferia, è difficile comprendere il destino delle Province. C’è chi parla di accorpamenti piuttosto che di totale soppressione. Tuttavia in Friuli Venezia Giulia non va perseguita la previsione di aggregazione tra le attuali province come nell’idea di Fontanini del “Grande Friuli” e della Città metropolitana di Trieste. Si rimanderebbe la soluzione del problema, anzi, si complicherebbe ulteriormente il processo di riforma, fino a bloccarlo, creando:
• un doppione istituzionale “Regione vs. Grande Friuli”;
• altri conflitti politici-amministrativi (basti pensare alla “sottomissione” di Pordenone a Udine e allo smembramento del Goriziano);
• sovrapposizioni burocratiche in più.

Chi andrà al governo regionale il 23 aprile prossimo, dovrà per forza aprire un confronto serrato sull’argomento e portare a compimento una riforma complessiva. Potremo dunque liberarci, come nell’individuazione di un migliore assetto istituzionale, da schemi antichi e conservativi e per di più limitati (Provincia sì, Provincia no) per guardare invece a orizzonti nuovi che puntino alla valorizzazione in regione dell’intero sistema delle autonomie che qui, tra l’altro, ha una grande storia e tradizione di buon governo.

A cinquanta anni dalla costituzione della Regione è abbondantemente giunto il momento per una riflessione complessiva, organica sull’intero sistema delle autonomie locali; una riflessione che coinvolge tutti gli amministratori regionali, provinciali e comunali; una riflessione che deve essere posta subito all’ordine del giorno nell’inizio della prossima legislatura. Bisogna tener presente che tra le competenze “primarie” la Regione annovera pure «l’ordinamento degli enti locali…» (legge costituzionale numero 2/1993) e che l’articolo 11 del vigente statuto di autonomia (la proposta di modifica statutaria è su questo punto ancora più pregnante) afferma che la Regione esercita “normalmente” le sue funzioni amministrative delegandole alle Province e ai Comuni. Nel rispetto dei principi costituzionali, lo statuto regionale consente dunque, alla Regione, un sostanziale ripensamento del suo “modo di essere”.

Nella nostra Regione è importante avere consapevolezza che, proprio in questa fase in cui si registra l’evidente difficoltà della politica a svolgere il suo ruolo di interpretare e tradurre in azioni amministrative e di governo i bisogni della gente, occorre ripartire dai territori e dalle amministrazioni locali, quali sedi storiche e naturali di esercizio della democrazia partecipata.

Quindi vanno individuati l’ambito territoriale ottimale e il livello di governo migliore per l’esercizio delle funzioni, individuando con chiarezza e univocità “chi fa cosa”, per chiarezza, semplificazione ed individuazione certa delle responsabilità.

Vanno ridistribuiti i compiti di area vasta, oggi in capo alle province. Alcuni dovranno ritornare in capo alla regione. Pensiamo alle funzioni trasferite ma anche ad alcune delle funzioni delegate che, per il principio di adeguatezza, non potranno essere assegnate ai comuni e nemmeno a forme associate di comuni (vedi L.R.24/2006). Andranno indubbiamente trasferite ai comuni, alle loro unioni (associazioni intercomunali, comunità, consorzi) quelle funzioni amministrative e gestionali di dettaglio, di erogazione di servizi alla persona o di gestione del territorio che non siano la pianificazione regionale o la realizzazione di infrastrutture complesse o interessanti aree vaste non omogenee tra loro.

Va prestata, perciò, attenzione a quei servizi, dove già la attuali province sono viste come livello di governo troppo distante dai cittadini. Pensiamo soprattutto alle poche attività “di sportello” della provincia nei confronti dei cittadini, come ad esempio il diritto allo studio degli studenti frequentanti le scuole superiori (buoni libro, abbattimento costo trasporto) e le scuole paritarie.

E’ indubbio che per le funzioni trasferite e/o delegate alle province, non delegabili ai singoli comuni, la regione dovrà avvalersi di “front office”, diversi dalle province, sul modello dei distretti sanitari e degli ambiti socio assistenziali, attivando un miglioramento del servizio, con la riduzione dei costi e dei tempi, ma soprattutto evitando la commistione fra il potere legislativo e la gestione che, altrimenti creerebbe una grave anomalia nel nostro sistema. Il soggetto regolatore, qual è la Regione, non può al tempo stesso gestire direttamente ciò che regola, per di più senza controlli adeguati.

In Friuli Venezia Giulia per le sue dimensioni geografiche, socio-economiche, in un contesto generale di crisi della politica e delle finanze pubblica, che vede fortemente a rischio, il nostro sistema di autonomia, l’affermazione di un nuovo modello di specialità deve passare proprio dal principio che il ruolo politico-istituzionale in capo alle province è superabile e che le sotto elencate funzioni amministrative possono essere coordinate dalla regione e gestite attraverso propri uffici decentrati:
a) funzioni d’istruzione pubblica secondaria di secondo grado, ivi compresa l’edilizia scolastica;
b) funzioni nel campo dei trasporti pubblici in coerenza con la programmazione regionale;
c) funzioni riguardanti la viabilità (strade provinciali con affidamento a Strade FVG) e gli uffici della motorizzazione civile;
d) funzioni riguardanti la gestione del territorio, la tutela della fauna, parchi e riserve naturali;
e) funzioni nel campo della tutela ambientale, della programmazione e gestione dei rifiuti, della tutela della qualità dell’aria e delle acque, di valutazione d’impatto ambientale e di valutazione ambientale strategica per interventi di valenza sovra comunale;
f) funzioni nel campo dello sviluppo economico relative ai servizi del mercato del lavoro, in particolare la gestione dei Centri per l’Impiego, la formazione professionale.

Soprattutto sul mercato del lavoro va messo ordine alla confusione ordinamentale sulle competenze, di certo non auspicabile in un momento di crisi, nel quale le politiche attive del lavoro devono trovare una netta semplificazione e uno snellimento attraverso la regia della Regione ma con una più efficace attività dei Centri per l’Impiego sul territorio. Sono necessari fondamentali passaggi più lineari delle competenze attraverso una legislazione regionale che sappia ricollocare risorse e funzionalità alle politiche attive del lavoro.

In questo settore basilare per il superamento della crisi economica e occupazionale, va eliminata la confusione che deriva dall’incertezza nel far rientrare tali competenze, oggi svolte dalle Province, tra “le funzioni amministrative conferite alle province con legge dello Stato” come la riforma Fornero, approvata con Legge 92/2012, che cita espressamente ancora le Province come enti competenti a gestire le politiche del lavoro.

Occorre pertanto fare chiarezza, al più presto, rilevando sin d’ora l’impraticabilità concreta di un’attribuzione di tali competenze ai singoli Comuni.

Altrettanto rilevante è l’organizzazione dello svolgimento dei servizi pubblici locali che deve essere attuata in ambiti o bacini territoriali ottimali e omogenei tali da consentire economie di scala e di differenziazione idonee a massimizzare l’efficienza del servizio.

La regione può, in virtù del superamento delle province, individuare specifici bacini territoriali di dimensione diversa da quella provinciale, motivando la scelta in base a criteri di differenziazione territoriale e socio-economica e secondo principi di proporzionalità, adeguatezza ed efficienza rispetto alle caratteristiche del servizio, anche su proposta dei comuni.

La proposta del Pd di procedere al superamento delle province in Friuli Venezia Giulia non può essere definita, da chi vuole mantenere lo status quo e non procedere a una vera riforma del sistema Regione-Autonomie locali, come la fine dell’identità del Friuli e il fallimento delle autonomie. Il fallimento è proprio di coloro che hanno avuto il mandato di rappresentarle, come il presidente della Provincia di Udine, l’on.Pietro Fontanini, che non ha saputo cogliere l’opportunità di guidare – soprattutto quando era segretario regionale della Lega nord e si trovava ai vertici del potere politico regionale e aveva vicino a sé per lungo tempo i governi amici di Berlusconi e di Tondo – un processo di riorganizzazione del sistema degli enti locali per collocare il Friuli nuovamente come modello di riferimento per una sana e robusta amministrazione della cosa pubblica.

Per questo i consiglieri provinciali uscenti del partito democratico di Udine mettono a disposizione il loro contributo di esperienza acquisito “sul campo” per giungere a una riforma convinta, virtuosa e coraggiosa, del sistema Regione-Autonomie locali in Friuli Venezia Giulia, sostenendo convintamene il progetto presentato con il “Libro verde delle autonomie locali in FVG” a Codroipo nel settembre scorso e il programma elettorale di Debora Serracchiani per la riconquista del governo regionale.

Infine, non avendo l’attuale maggioranza di centrodestra provveduto a porre le condizioni, alla fine di questa legislatura, per l’avvio di un processo di riordino istituzionale interno alla nostra Regione, con il superamento delle Province, attraverso il commissariamento della Provincia di Udine, crediamo sia opportuno e doveroso partecipare alle consultazioni elettorali per il rinnovo degli organi istituzionali di Palazzo Belgrado (presidente e consiglio provinciale).

E’ indispensabile per il Pd prender parte alla competizione delle provinciali e vincerla, al fine di accompagnare dall’interno, senza fraintendimenti e ambiguità (e soprattutto senza difese oltranziste alla “Gherghetta”), il processo riformatore del governo delle autonomie locali e per non lasciare campo totalmente libero a Fontanini, al centrodestra e per sconfiggere definitivamente anche in Friuli l’asse Pdl-lega.

Udine, 18 febbraio 2013

Arnaldo Scarabelli
– consigliere provinciale capogruppo Pd Udine –

Cultura – Un investimento per il futuro della nostra Regione

I circoli di Basiliano, Puzzuolo del Fr., Pavia di Udine, Cussignacco, Martignacco, Campoformido e Pasian di Prato hanno dato vita ad un percorso fatto di incontri di approfondimento sui temi della Conferenza programmatica regionale.

VENERDI’ 18 GENNAIO, a Basiliano si discuterà di Cultura. Parteciperanno Vincenzo Martines, resp. per la conferenza programmatica regionale e Rita Maffei, attrice e coordinatrice del forum regionale Cultura.

 

Locandina-Volantino Cultura - 18.01.2013

Primarie per la scelta dei Parlamentari – 30.12.12

Domenica 30 dicembre 2012 si sono svolte le primarie per la scelta dei candidati del PD al Parlamento italiano.

Nel seggio allestito in Villa Zamparo, a Basiliano, hanno votato in 103 (il 68% dei votanti delle primarie del 25 novembre)
Di seguito vengono riportati i voti conseguiti da ogni candidato

Celledoni: 11
Coppola: 78
De Monte: 39
Ionico: 7
Malisani: 20
Marion: 25
Pizza: 4
Pegorer: 0
Ricciardi: 4
Strizzolo: 11

Festa dei lavoratori. Primo Maggio 2012 – 04.05.12

Il sentiero dei nidi di ragno – Castello di Zucco – Faedis – 29.04.12

Incontro in occasione della Festa della Liberazione – 27.04.12

25 aprile 2012

Assemblea dei circoli del Mediofriuli – Codroipo – 10.03.12

 

 

L’antipolitica o l’altrapolitica? – Stefano Rodotà – Micromega

L’antipolitica o l’altrapolitica? – micromega-online – micromega.

Documenti per l’assemblea programmatica regionale

A seguire vengono riportati i link per consultare tre documenti prodotti dai rispettivi forum tematici del PD regionale in vista della conferenza programmatica.

Documento Infrastrutture

Documento del Forum Sanità

Documento Forum Lavoro